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La Zucca che suona
Sempre ho amato la musica…
come nella poesia ritrovo l’espressione più compiuta del sentimento umano.
La storia della Zucca che suona inizia con l’amico Sandro che un giorno, dopo aver visto le mie sculture di legno gli viene l’idea delle sculture suonanti e cioè della possibilità viste le forme ispirate alle canne d’organo”, di farle suonare in qualche concerto magari da un buon percussionista. Chiaramente avrei dovuto fare qualche modifica e mettere all’estremità delle pelli d’asino usate normalmente per tamburi e batterie. Anni indietro, quando concepì le mie sculture, oltre alle tematiche che mi ero proposto, vedevo e sentivo molto l’aspetto musicale, ma ero più legato al fatto di renderle meno terrene, più eteree, come voler creare un filo conduttore con qualcosa che vada oltre noi… ma non avevo pensato di farle suonare come invece Sandro proponeva.
La sua è stata una grande idea che però, chissà per quale motivo, non ho ancora mai sviluppato.
Durante una cena come tante altre, avevo invitato l’amica Marta che in quel periodo si trovava in Italia. Marta è una persona dai molti interessi ed ha una lunga esperienza vissuta in Niger.
Non ricordo bene come quella sera siano andate le cose, ma visto che lei è anche musicista con alle spalle lo zio, grande direttore di orchestra, sicuramente ho parlato di musica e sicuramente lei ha capito cosa andavo cercando. Infatti, dopo la solita difficile connessione ad internet, mi fa vedere su Youtube un video dei suoi amici musicisti: STUDIO SHAP SHAP, che suonano sotto un’arrangiata capanna con un colorito entusiasmo e con strani strumenti mai visti prima. Il tipo che suonava le percussioni, mettendoci un piede sopra, credo sia un vero fenomeno che mi ha molto affascinato.
Nasce così l’idea di Marta di farmi portare dall’Africa un particolare tipo di Zucca che nei villaggi viene usata anche per costruire strumenti musicali. Dopo alcuni mesi, la possibilità si era avverata e mi sono ritrovato a casa due mezze zucche già tagliate e già pulite all’interno.
Comunque, come prima dicevo, una sera come altre ci incontriamo per condividere e raccontare storie, ma l’eterno pensiero fantastica e vola passando mari e monti in un tempo così breve da non lasciarmi finire la mia sigaretta, che già in mente avevo qualcosa.
Ho conosciuto Mauro, un contrabbassista di professione, in seguito collaboratore del mio spettacolo Filopoesia, perché dovevo riparare il suo strumento che doveva ripulire e riverniciare nuovamente in seguito ad una cattiva verniciatura.
E’ nata subito una bella intesa ed una cara amicizia e ben presto mi ha proposto di costruire un nuovo strumento più personalizzato e più soddisfacente. Ho sempre avuto la curiosità di costruire uno strumento e di provare a far uscire il suono da quei legno, non mancavano di certo le capacità per farlo, ma tutte quelle regole costruttive molto rigide, con il solo uso di legni ormai assicurati e comprovati dal tempo, non mi permettevano strane modifiche e dovevo attenermi a tutte le regole che i liutai dettavano. In quel preciso momento, mi è tornata alla mente la Zucca Africana, che archiviata da tempo in magazzino, aspettava di essere usata.
Come spesso mi capita quando restauro i mobili antichi, ho fatto tutto al contrario di ciò che si dice usando tecniche e legni che avevo a disposizione, senza preoccuparmi tanto delle regole, tanto, se lo strumento non avesse suonato, avrei dato la colpa alla Zucca. E chi poteva smentirmi!
Mi sono molto divertito, è uscito fuori uno strano strumento, che però suonava bene, anche se non può di certo vantare la sonorità di un contrabbasso, che differisce molto per misure e tipi di legno. Il mio è stato un esperimento, anche per onestà nei confronti dell’amico Mauro, non potevo avere la presunzione di fare un vero contrabbasso senza prima avere un minimo di esperienza. Tuttavia, visto che l strumento è ben riuscito ed ha anche una bella e particolare sonorità, prossimamente, chissà quando e chissà ispirato da quale storia… inizierò la lavorazione del contrabbasso per Mauro.
Racconti...